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MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO
Scuola Secondaria I Grado “G.B. PIRANESI” Roma 
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Anno scolastico 2009-10
Dirigente Scolastico Prof. Ettore Proietti
Docente Referente del progetto Prof.ssa Maria Rosa Mazzola


Titolo del progetto Cl@sse villaggio digit@le
Destinatari Alunni della classe IA

 

Premessa

La società sta cambiando rapidamente. Gli individui si trovano di fronte a contesti nuovi e sempre più complessi e insegnanti e studenti devono essere preparati al cambiamento di valori e tradizioni basilari. La struttura della società, la vita lavorativa delle persone e il loro tempo libero sono sempre più orientati al network. La società, l’educazione e la conoscenza, fino a poco tempo fa, si basavano su strutture gerarchiche o lineari; oggi non si può contare su un ordine preciso. Nella società della Rete, l’individuo deve, necessariamente, definire nuovamente la propria identità e, in relazione ad essa, essere in grado di agire all’interno della comunità in modalità interattiva ‘sferica’.
Una delle tante cause di questa evoluzione sociale verso la società interconnessa dipende dal rapido
sviluppo ed espansione della tecnologia informatica. Oggi è molto più facile, veloce ed economico trovare informazioni tramite gli strumenti telematici rispetto a quanto avveniva un tempo; ma queste informazioni sono anche enormemente aumentate e il filtro che gli utenti possono dare alle informazioni che ricevono è prezioso. La comunicazione tra le persone avviene indipendentemente dal tempo e dallo spazio; le distanze tra culture diverse si sono ridotte.
Le nostre conoscenze e le nostre consapevolezze sono diventate molto più estese e più varie.
L’obiettivo della scuola è di fornire agli studenti l’opportunità di preparare le qualifiche necessarie per diventare cittadini attivi, autonomi e responsabili nella società del network.
Questo significa ripensare la struttura della scuola come organizzazione dinamica e, nello stesso tempo, rimodellare i contenuti dell’istruzione e i ruoli di studenti e insegnanti. Le diverse discipline valore aggiunto che può essere apportato dalla tecnologia informatica.

In altre parole, la scuola deve affrontare uno dei grandi temi della cultura contemporanea, quello della “gestione della conoscenza”.
Le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) valorizzano le modalità di comunicazione e di trasmissione della conoscenza e danno una forte spinta a tutti i processi di gestione di conoscenza codificata.
Per gestire la cultura di una società i cui elementi caratteristici sono lo scambio veloce d’informazioni, la condivisione delle conoscenze, il network e la collaborazione, la strategia generale della scuola deve basarsi su questi elementi.
Occorre, tuttavia, tenere in considerazione anche gli effetti negativi della digitalizzazione della società e della scuola in particolare, basta citare Clifford Stoll1 sul rischio e pericolo che deriva da questo cambiamento e considerare, comunque, che i nostri studenti usano il computer tutti i giorni, a casa, e in modo ‘disordinato’. La scuola deve farsi carico della gestione consapevole del computer, di internet e delle altre tecnologie per preparare i nostri ragazzi a vivere e lavorare in una società sempre più organizzata su modelli tecnologici per comunicare, collaborare e produrre.
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello della sicurezza in rete: i nuovi temi di educazione alla cittadinanza, di conoscenza della netiquette, di rispetto della privacy, di difesa dalle ‘trappole’ tese da siti poco raccomandabili, di tutela dei dati, ecc. devono essere argomenti di riflessione a cura della scuola.
Nel gennaio 2008 l’Unesco insieme con altri partner ha sviluppato i parametri per la descrizione delle competenze ICT che devono avere i docenti del terzo millennio: il progetto ICT-CST (Information and Comunication Technology - Competency Standards for Teachers)2 sottolinea, appunto, il ruolo delle ICT, le riforme educative, lo sviluppo economico. Anche l’UE, con il trattato di Lisbona3 (marzo 2000), ha definito uno specifico programma quadro, il 7PQ, che è il principale strumento finanziario predisposto a incentivare le discipline scientifiche. È stata posta attenzione sullo sviluppo di una ricerca che soddisfi le necessità dell’industria europea, attraverso il lavoro delle piattaforme tecnologiche e delle iniziative tecnologiche congiunte.
All’interno di questo scenario europeo e mondiale, così proteso verso l’implementazione delle ICT, la Scuola italiana deve trovare un percorso evolutivo pedagogico-didattico, che segua le direttive comunitarie e che faciliti l’uso delle ICT nella didattica ordinaria di tutte le discipline.

Ciò non può essere realizzato se:

1. non si procede a una massiccia formazione tecnologica di base dei docenti mirata all’uso delle tecnologie nell’organizzazione del lavoro didattico;

2. non si “cavalca l’onda” del buon uso delle attrezzature di cui gli studenti sono forniti e che conoscono bene; 

3. non sono allestiti spazi tecnologicamente pronti all’uso in tutte le ore e per tutte le attività della giornata scolastica;

4. i docenti non cominciano a produrre learning-objects per la conduzione, la verifica e la valutazione delle lezioni e dei risultati.

Partendo dai presupposti che:

1. la scuola non può più attendere delegando l’uso “consapevole” delle tecnologie all’improvvisazione personale degli studenti, che spesso ne fanno un uso inadatto se non addirittura pericoloso;

2. è necessario accorciare il divario tra i nativi digitali e la generazione dei genitori e dei docenti immigrati digitali;

3. il cambiamento non può basarsi sull’iniziativa di formazione privata del singolo docente, né la dirigenza locale può avviare, unilateralmente, un processo di sviluppo delle scuole: occorre uno sforzo più allargato alle istituzioni locali e nazionali e il processo di sviluppo deve parallelamente coinvolgere tutte le professionalità operanti nella scuola;

4. punto di forza di partenza potrebbero essere le competenze dei singoli docenti disposti allo scambio delle soluzioni didattiche digitali con il gruppo di lavoro;

5. la creazione di una rete di scambio per la condivisione d’idee, conoscenze e abilità può sviluppare le competenze di tutta la scuola;

6. è necessario prevedere operazioni graduate di sviluppo, costanti e a scadenza precisa, con impegno, creatività e flessibilità,

è importante attivare dei percorsi che affrontino le seguenti tematiche:

• ‘naturalizzazione’ delle tecnologie nelle attività quotidiane di studio, in classe e a casa;

• garanzia di accessibilità, per tutti, alle ICT principali, con uno stile comunicativo più manipolativo e immersivo;

• delocalizzazione dell’apprendimento con l’ausilio della telematica e delle piattaforme e-learning a fianco dell’ordinaria didattica in classe;

• ICT per l'integrazione sociale dei giovani e l’inclusività dei soggetti in condizione di disagio;

• ricerca costante dell’equilibrio tra metodologia e tecnologia; in altre parole, integrazione, con naturalezza, da parte dei docenti, di tre componenti essenziali: padronanza tecnologica, risorse didattiche (contenuti digitali) e conoscenza/consapevolezza degli obiettivi didattici da raggiungere. 

(Continua...  visualizza l'ebook del progetto cliccando sulla copertina del progetto o scarica il pdf completo del progetto cliccando sul collegamento predisposto sotto)

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Note:

1 http://www.education-world.com/a_issues/chat/chat018.shtml

2 http://cst.unesco-ci.org/sites/projects/cst/default.aspx

3 “Il passaggio ad un’economia digitale e basata sulla conoscenza porta nuovi beni e servizi e sarà un motore potente di crescita, competitività e possibilità di lavoro [….] Le aziende e i cittadini dovranno avere accesso a infrastrutture economiche per la comunicazione. Tutti i cittadini dovranno essere in possesso delle competenze per vivere e lavorare in questa nuova società dell’informazione. Diversificate modalità di accesso dovranno prevenire la infoesclusione. La lotta contro la mancanza di conoscenze dovrà essere rinforzata. Attenzione speciale dovrà essere posta per le persone disabili. Le tecnologie per l’informazione dovranno essere utilizzate per rinnovare lo sviluppo cittadino e regionale e per promuovere tecnologie attente all’ambiente. Le industrie di contenuti dovranno creare valore aggiunto esportando e mettendo in rete le diversità culturali dell’Europa. Sforzi reali dovranno essere sostenuti dalle pubbliche amministrazioni a tutti i livelli per promuovere le nuove tecnologie e per rendere l’informazione più accessibile possibile”.

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